11 COSE CHE NON SAI SULLE ARMI DA FUOCO NEGLI STATI UNITI

da | Ott 4, 2017 | SOCIOLOGIA

11 COSE CHE NON SAI SULLE ARMI DA FUOCO NEGLI STATI UNITI

da | Ott 4, 2017 | SOCIOLOGIA

La strage al Route 91 Harvest Festival di Las Vegas – con 59 persone uccise e 527 rimaste ferite in quella che è stata definita la peggiore sparatoria di massa nella storia americana recente – ha riacceso il dibattito sull’accesso alle armi da fuoco negli USA. Il Presidente Donald Trump ha taciuto sulla questione, mentre i titoli dei grandi produttori di armi sono schizzati in Borsa, in previsione di un boom di vendite (come era già accaduto in seguito ai massacri di Orlando e San Bernardino).

Ogni volta che si verifica un simile episodio di violenza, le lobby delle armi si difendono affermando che sarebbe sconveniente affrontare il tema all’indomani di un fatto così doloroso. Allo stesso tempo, queste stragi non sembrano scuotere quanti rivendicano il diritto di possedere un’arma per difendersi – anzi, il consenso attorno al possesso d’armi sarebbe salito negli ultimi 20 anni, da quando le sparatorie di massa hanno iniziato a fare più notizia.

Come leggerete in questi undici fatti, il rapporto tra gli statunitensi e le armi è più complesso di quanto si creda.

  1. Negli Usa ci sono più armi che persone. Un report del Congressional Research Service afferma che negli Usa circolerebbero 357 milioni di armi da fuoco contro una popolazione di soli 318,9 milioni di persone. Secondo il report, il 20% dei possessori possiede il 65% delle armi. Gli USA ospitano il 4,4% della popolazione terrestre, ma il 42% dei civili armati del mondo.
  2. Per fortuna, ce ne sono meno del passato. Secondo il General Social Survey, uno dei principali sondaggi degli Stati Uniti, nel 2014 il 31% degli americani aveva un’arma da fuoco.

Una buona notizia per chi è contrario alla diffusione di armi: la cifra è 17 punti percentuali al di sotto del picco raggiunto nel triennio 1977-1980, quando il 48% degli americani possedeva almeno un’arma.

  1. Negli USA si verifica in media più di una sparatoria di massa al giorno. Aspettare un giorno libero da stragi di armi da fuoco per discutere del possesso di pistole e fucili potrebbe voler dire dover attendere a lungo. Quello che vedete è un calendario del 2015 che tiene il conto delle sparatorie di massa (cioè con un numero di vittime pari o superiore a 4) registrate nel Paese. Su 336 giorni analizzati, si sono registrate 355 sparatorie.
  2. Secondo Emendamento. Ogni qualvolta un politico o un’associazione propongono una legislazione più restrittiva sul possesso di armi da fuoco, politici e le lobby pro armi, come la potente National Rifle Association (Nra), si appellano al Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che dice:

Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto.

I suoi critici, tuttavia, fanno notare che si tratta di un articolo adottato il 15 dicembre 1791, in tempi decisamente differenti, con armi molto diverse: allora, moschetti che sparavano al massimo 2 o 3 colpi al minuto; oggi armi automatiche che arrivano a sparare anche 100 colpi al minuto.

Un sociologo presso la Duke University,  mostra i decessi da arma da fuoco negli Stati Uniti (blu) e gli altri paesi sviluppati (rosso). Il gap è evidente: gli USA detengono il triste record di maggior numero di omicidi per armi da fuoco di qualunque altro Paese occidentale (6 volte più del Canada, 16 volte più della Germania). Una magra consolazione: negli ultimi 40 anni, la situazione è decisamente migliorata.

  1. Armi facili. In buona parte degli Stati americani chiunque abbia più di 21 anni può acquistare una pistola, mentre i maggiori di 18 anni possono acquistare un fucile o un fucile a canna liscia. Basta presentare un documento di identità: il venditore si limita a registrare i dati e associarli all’arma (ma nelle vendite tra privati la legge è meno restrittiva). Dal 1968, i colpevoli di reati, immigrati clandestini, le persone soggette a ordinanze restrittive, chi fa uso di stupefacenti o particolari farmaci e gli stranieri non possono acquistare o possedere armi.

Gli Stati con più armi da fuoco sono anche quelli con il maggior numero di omicidi violenti e di suicidi (non vale solo per gli USA, ma per tutti i Paesi industrializzati). Altri fattori come una più alta densità abitativa, più stress o un maggior numero di immigrati non sono correlati a un aumento di morti per armi da fuoco. Gli Stati con la maggiore circolazione di armi sono anche quelli con il maggior numero di uccisioni per arma da fuoco attribuite alla polizia. Dal 9 agosto 2014 (quando fu ucciso il giovane Michael Brown a Ferguson, nel Missouri) ad oggi, queste morti sono state almeno 2.902.

  1. Stragi. Secondo il Gun Violence Archive, la strage di Las Vegas è la 273esima sparatoria di massa negli USA nei 275 giorni del 2017 trascorsi finora. Quest’anno ci sono state 11.600 morti legate alle armi da fuoco (in gran parte suicidi), l’equivalente a 4 attacchi dell’11 settembre 2001, per numero di vittime. Nel 2016 i morti per uno sparo sono stati oltre 15 mila.
  2. Sondaggi. Secondo la società di sondaggi Gallup, il 47% degli statunitensi dice di volere leggi più severe sulla vendita di armi da fuoco. Il 38% per cento degli americani vogliono che le leggi rimangano così come sono, e il 14% dichiara di dovrebbero essere resi persino meno rigide.

Nel 2012, dopo la sparatoria scuola a Newtown (Connecticut), la percentuale di chi voleva un inasprimento delle norme sulla vendita e detenzione di armi era del 58%.

  1. Alaska. Lo stato dove le armi sono più diffuse è l’Alaska (più del 60% degli abitanti ne possiede almeno una). Ma i più armati sono gli Stati del sud. L’acquirente tipo di un’arma da fuoco è bianco, maschio e interessato a armi da caccia.
  2. Lobby. I possessori di armi sono rappresentati da lobby potenti come NRA (la National Rifle Association, che ha appoggiato la corsa di Donald Trump alla Casa Bianca), Safari Club International, Gun Owners of America and the National Association for Gun Rights, che ricevono soldi dall’industria della armi. Ma quanto spende la lobby delle armi? Secondo alcune fonti, solo nel 2014 per influenzare le decisioni del congresso i 52 lobbisti, che rappresentano 10 clienti, avrebbero speso oltre 12 milioni di dollari.
  3. Miti. Tra i principali produttori di armi da fuoco c’è la Smith and Wesson, una delle più famose e antiche aziende americane: fondata nel 1852, attivissima durante la guerra civile, ha prodotto la famigerata 44 magnum protagonista di un film con Clint Eastwood (Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan). (DA WWW.FOCUS.IT))